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Negli ultimi anni della filosofia di Fichte (1762-1814), il rapporto tra sapere e vita assume una centralità inedita, divenendo il nucleo portante del sistema della Dottrina della scienza. Il presente volume è dedicato all'interrogazione di questo rapporto con cui il trascendentale fichtiano si radicalizza all'insegna dello scambio con l'orizzonte pratico. Attraverso l'analisi dei corsi dedicati all'etica (1812) e alla filosofia applicata (1813), si getta luce su un nuovo senso dell'agire che sfocia da un lato in una morale della creazione affrancata dall'idea dell'imperativo categorico e dall'altro in una politica del trascendentale basata sull'educazione e non più sul Diritto. In entrambi i casi, l'orizzonte pratico manifesta l'eccedenza con cui il reale impedisce la chiusura autoreferenziale del sistema e allo stesso tempo consente al sapere di riaprirsi alla vita.